MotoGP: il punto d’arrivo per ogni giovane pilota

La MotoGP rappresenta l’élite delle due ruote, il sogno di ogni ragazzo che inizia a correre. Il percorso più riconosciuto prevede tappe ben definite: brillare nella Red Bull Rookies Cup o nel JuniorGP, fare esperienza in Moto3, conquistare il titolo in Moto2 e infine approdare nella classe regina. Pedro Acosta è l’esempio più recente di come questo percorso possa funzionare perfettamente.

Esistono però strade meno convenzionali. Fermín Aldeguer, per esempio, è salito sul podio in Moto2 a soli 16 anni, dopo aver corso nel CEV su una Superstock. Anche Franco Morbidelli e Danilo Petrucci hanno dimostrato che si può arrivare in MotoGP partendo dalle categorie basate su moto di serie: entrambi hanno gareggiato in STK600 e STK1000 prima di conquistare successi nella top class.

Ora è il momento di Toprak Razgatlioglu, pupillo di Kenan Sofuoglu, giovane talento sbarcato nel 2018 con il team Puccetti Racing con risultati impressionanti a cui Kawasaki negò la possibilità di sostituire Rea. Oggi, con almeno due titoli mondiali in tasca, Toprak Razgatlioglu è pronto a misurarsi nella classe regina. Nonostante i dubbi di alcuni tecnici riguardo alla sua capacità di adattarsi alle moto prototipo – soprattutto per via del suo stile di guida molto fisico e basato sulle staccate – la sua crescita in BMW ha dimostrato quanto sia in grado di evolversi. Il turco ha già dimostrato di sapersi adattare a moto molto diverse tra loro e ha affinato un controllo straordinario sul freno motore e sulla dinamica in ingresso curva.

Raramente abbiamo visto un pilota impressionare quanto Toprak. Solo Casey Stoner e Marc Márquez, nei loro debutti, avevano mostrato una tale intensità e naturalezza nel portare al limite una moto. Pensiamo al primo test di Márquez sulla Honda: fu subito chiaro che sarebbe stato velocissimo. Toprak ha lo stesso tipo di aura, di talento difficile da replicare.

Anche altri ex campioni del WorldSBK hanno trovato il successo in MotoGP: Cal Crutchlow, dopo un solo anno in Superbike, è arrivato in top class e ha vinto tre gare. Troy Bayliss è un altro esempio, con una vittoria in MotoGP dopo essere stato due volte campione del mondo Superbike. E persino Mick Doohan, prima di diventare leggenda nella top class, aveva corso e vinto nel WorldSBK come wildcard.

Il passaggio di Toprak rappresenta l’ultima tappa di un percorso già intrapreso da altri campioni. Piloti come Nicky Hayden, che dalla Superbike americana passò alla MotoGP diventandone campione nel 2006, o Ben Spies, che vinse il WorldSBK nel 2009 prima di trasferirsi in MotoGP e conquistare anche lì una vittoria, hanno tracciato questa rotta.

Toprak non sarà un pilota qualsiasi sulla griglia. Porterà in MotoGP uno stile inconfondibile, una mentalità vincente e una forte personalità. È il simbolo di quanto il WorldSBK sappia ancora produrre talenti in grado di competere al massimo livello. Il fatto che possa incrociare in pista Manuel Gonzalez, ex campione Supersport 300 e ora tra i protagonisti della Moto2, conferma il valore delle categorie derivate di serie come terreno fertile per la crescita dei campioni di domani.

Con l’arrivo di Razgatlioglu, la MotoGP guadagna non solo un nuovo pilota, ma una figura capace di lasciare il segno. E chi lo sottovaluta, potrebbe presto ricredersi.