
Danilo Petrucci vive un momento di incertezza professionale e personale, con lo sguardo già rivolto al 2026. Il pilota ternano ha espresso dubbi sulla permanenza nel team Barni, pur riconoscendo il legame umano costruito in questi anni. “Non è una questione economica. È la prima volta che vivo una scelta così complicata, mi dispiace pensare di lasciare un ambiente che considero come una famiglia”, ha dichiarato.
Durante la prima giornata di prove libere sul nuovo circuito di Balaton Park, Petrucci ha faticato a trovare il giusto feeling. Dopo un buon inizio al mattino (sesto tempo), nel pomeriggio è scivolato in dodicesima posizione: “Abbiamo provato alcune soluzioni ma non hanno funzionato. Il grip era scarso, la moto scivolava molto e c’erano forti vibrazioni. Ho fatto il tempo solo alla fine, quasi per disperazione, con una gomma molto usurata. Non è un buon segno”.
Il tracciato ungherese, all’esordio nel calendario WorldSBK, ha lasciato Petrucci perplesso: “Non lo trovo pericoloso, ma nemmeno memorabile. Non ha il fascino di circuiti come il Mugello o Phillip Island. Le chicane strette lo rendono faticoso da affrontare con queste moto pesanti. Vedremo se nei prossimi giorni riusciremo a migliorare, ma al momento le sensazioni non sono incoraggianti”.
L’ex pilota MotoGP ha anche parlato della propria evoluzione negli ultimi anni, dai GP alla Dakar e al campionato americano, fino al ritorno in Superbike con la squadra di Marco Barnabò. “Dopo tante esperienze, sono tornato per mettermi alla prova e cercare una nuova vittoria. Con Barni ce l’abbiamo fatta. Ora mi chiedo se restare significherà davvero poter lottare per il titolo”.
La decisione sul futuro è attesa a breve: “Con Marco ci siamo dati questa tappa come scadenza per capire cosa fare. È una scelta di cuore, ma anche di ambizione. E la sto vivendo peggio del previsto”.

Vicepresidente dei Kawalieri di Akashi
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